GOING MINI...

venerdì 13 marzo 2009

Negli anni venti l’economista George Taylor elaborò una teoria interessante che analizzava l’effetto che una crisi finanziaria ha sugli stilisti e sul loro modo di proporre nuovi trend modaioli. In particolare, il suo “Hemline Index” considerava l’idea di una stretta correlazione tra la lunghezza delle gonne e la salute del sistema finanziario, in un determinato periodo. Una sorta di connessione direttamente proporzionale: se l’economia sale, sale anche l’orlo della gonna ( la mini durante gli anni del boom economico, vi dice qualcosa?), se invece vacilla, l’orlo scende fino ad arrivare sotto al ginocchio ( ricordiamo i completi austeri e militareschi delle donne durante gli anni ’40, ad esempio).
Bene. Se la teoria di Taylor fosse ancora attualizzabile, il mio consiglio sarebbe quello di correre a comprare delle scarpe dal tacco altissimo o delle zeppe, poiché dati i tempi che corrono, gli abiti non solo dovrebbero essere lunghi, ma addirittura avere lo strascico.
Invece, e mi rallegro nel sottolinearlo, questa teoria oggi sembra totalmente obsoleta.
Osservando, infatti, le proposte delle passerelle non si può fare a meno di notare il rinnovato interesse per gli abiti minimal, per le gonne corte e per i completi che lasciano poco all’immaginazione. E’ come se suddetto indice si fosse ribaltato e proprio nei momenti di crisi si sentisse il bisogno di risollevare gli animi, attirare l’attenzione, alleggerire i pensieri. Stanchi di una relazione che ci porta ad intristirci quando il modo intorno è “nero”, per poi rinascere quando torna “il sole”, gli stilisti dalle passerelle urlano la voglia di ripresa, di crescita, il bisogno di vendere e comprare per risollevarsi.
Ed ecco spiegato perché al posto di gonne lunghe, abiti monacali, completi da impiegato triste, vengono proposti modelli lussuosi, cascate di paillettes, enormi gioielli anche se di bigiotteria, vestiti da “Mille e una notte”, fatti più per sognare che per comprare, in realtà.
La moda è specchio della società in cui si sviluppa e possiamo sostenere che oggi la sua voce è la nostra voce, voce che urla una voglia di rischiare improntata all’ottimismo, un desiderio di non abbattersi ma di combattere, di lottare per superare l’ostacolo incombente di una crisi epocale e disastrosa.
Viviamo una realtà molto più complessa, stratificata, multidimensionale e variegata rispetto a quella di Taylor, che sicuramente avrebbe predetto diverse modalità di intervento fashionista se fosse nato adesso.
D'altronde il sexy vende, il lusso compensa, l’acquisto rassicura l’anima e rende per un attimo felici. E Allora, che fare? Compriamo tutti le minigonne e speriamo che prima o poi torni il sereno!!!





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This winter girls get prepared to wear it short!!!
from The Cut images a/i 2009

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4 commenti:

Annisa NF ha detto...

awasome picture! thanks for sharing ;3

xo

13 marzo 2009 alle ore 15:22
Merily ha detto...

loving them!

13 marzo 2009 alle ore 17:21
Federica - Bullets and butterflies ha detto...

essì accorciamoli sti orli! XD

13 marzo 2009 alle ore 18:26
Anonimo ha detto...

Per fortuna non è il caso, io vivo di mini x)

13 marzo 2009 alle ore 20:01

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