Guanto di Moda

venerdì 7 novembre 2008

Il galateo da sempre impone alla signora beneducata di sfilarseli nel momento del saluto o della stretta di mano al gentiluomo. Il faraone Tut-ankh-amon nella sua tomba ne aveva un paio di lino bianco da bambino, mentre nel medioevo, il re li porgeva al vassallo come simbolo dell’investitura feudale. E se, nell’antichità, lanciandoli o inviandoli, si indiceva una sfida o una condanna, nella corte provenzale, accettarne un paio bianco profumato da parte di un cavaliere, significava per la dama gradirne il corteggiamento.
Insomma, lungi dall’essere semplicemente un altro ritrovato vezzo modaiolo, i guanti hanno una storia ricca di simbolismi, di leggende – avete mai sentito parlare del guanto avvelenato che uccideva mediante la stretta di mano?- e regole del saper vivere, che ne hanno fatto un pezzo d’abbigliamento importante tanto quanto la calzatura o la borsetta.
Oggi, noi li usiamo come accessorio che va a completare la mise, mentre i nostri antenati – barbari, longobardi, romani ecc. - li usavano come strumento per difendersi dalle intemperie e dal lavoro manuale, così come mezzo di distinzione sociale. Della serie: ad ognuno il suo tipo di guanto!

Dimenticati per anni, nel senso che nei negozi si vendevano solo i classici di lana o di tessuto impermeabile per la neve, oggi sono diventati nuovamente terreno di libero sfogo degli stilisti, che ne hanno creato di tutti colori. E tra quelli corti stile motociclista, quelli di lana grossa o cashmere, quelli enormi di pelle da arrotolare sotto il cappotto, quest’inverno ad avere la meglio sono quelli lunghi, anzi lunghissimi, fino alla spalla.
Di tessuto, lanetta, broccato, raso, suade, seta, infatti, l’importante è che siano enormi perché da portare necessariamente a contrasto con le maniche corte di giacchine, pull e cappe, di cui devono sostituire l’effetto coprente.

Che lì si porti alla Marylin con bracciale di diamanti e anellone coordinato da metter su, oppure con il sobrio minimalismo di Audry Hepburn che li univa al suo petit noir, l’importante è non farne a meno, complice il fatto che cappotti e giacche, esibiscono sempre più maniche corte per metterli in risalto e renderli indispensabili se non si vuole morire di freddo. Insomma, se lo stile va interpretato, personalizzato e reso unico, perché no lo si può fare proprio attraverso un bel paio di guanti, oggetto di seduzione da intere generazioni.
Infine vi lascio con un’immagine: lo spogliarello di Rita Hayworth, che in Gilda, ammaliava tutti sfilandosi solo un lunghissimo guanto di raso e una richiesta; affittate il film, compratevene un bel paio anche voi e sperate che ci vada più o meno come lei.
A presto.

















1 commenti:

Anonimo ha detto...

beh tra un pò un pao di guanti serviranno proprio
un ammiratore

7 novembre 2008 alle ore 11:18

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