Andreas Melbostad
Sarà per colpa dell’inverno freddo e grigio, sarà per il tempo un po’ bizzarro, ma mi è presa la fissa per gli stilisti un po’ grunge un po’ rock che quasi mi ossessionano( vedi altro post)
Nell’attesa di tornare ad amare il colore( quest’estate è un must cui non posso sottrarmi), ho voglia di condividere con voi un’altra piacevole scoperta.
Sto parlando di Andreas Melbostad, un designer Norvegese, che dopo aver lavorato per Elbaz, Guy La roche, Yves Saint Laurent, Nina Ricci, Gervais e Calvin Klein, oggi, anziché riposarsi, ha assunto la direzione creativa di PHI.
Conosciuta da tutti per essere la 21esima lettera dell’alfabeto greco e la sezione aurea cui corrisponde il valore di 1.618 circa [phi= (1+radice quadrata di 5)/2]; PHI è anche un noto marchio di abbigliamento che sfila a NewYork.
La collezione primavera-estate di Andreas si ispira ai Clash e al look “dismesso e nello stesso tempo elegante” dei suoi membri. La sua linea dominata dal grigio e dal nero, esagera le proporzioni, le fa ribellare all’eleganza ‘bene’ con l’uso di borchie, pantaloni negli stivali e zip su i bomber e sui jeans, rendendola 'impopolare'. L’obiettivo: fondere il glam con il punk, per un look “urbano e contemporaneo, ribelle ma sofisticato”.
Nell’attesa di tornare ad amare il colore( quest’estate è un must cui non posso sottrarmi), ho voglia di condividere con voi un’altra piacevole scoperta.
Sto parlando di Andreas Melbostad, un designer Norvegese, che dopo aver lavorato per Elbaz, Guy La roche, Yves Saint Laurent, Nina Ricci, Gervais e Calvin Klein, oggi, anziché riposarsi, ha assunto la direzione creativa di PHI.
Conosciuta da tutti per essere la 21esima lettera dell’alfabeto greco e la sezione aurea cui corrisponde il valore di 1.618 circa [phi= (1+radice quadrata di 5)/2]; PHI è anche un noto marchio di abbigliamento che sfila a NewYork.
La collezione primavera-estate di Andreas si ispira ai Clash e al look “dismesso e nello stesso tempo elegante” dei suoi membri. La sua linea dominata dal grigio e dal nero, esagera le proporzioni, le fa ribellare all’eleganza ‘bene’ con l’uso di borchie, pantaloni negli stivali e zip su i bomber e sui jeans, rendendola 'impopolare'. L’obiettivo: fondere il glam con il punk, per un look “urbano e contemporaneo, ribelle ma sofisticato”.


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